Escursione a Forno Alpi Graie

2 giugno 2013

L’enigmatico ''uovo'' gigante

In questa bella domenica di giugno, a cura del Gruppo Rama Vive, è stata organizzata l’escursione a Forno Alpi Graie, piccolo borgo alla fine della Val Grande di Lanzo. Come di consueto, prima della partenza, ci siamo trovati nella sede di Dreamland affinché il Gopa Rosalba Nattero, esperta guida i tutte le nostre escursioni, avesse modo di illustrarci le particolarità del luogo che saremmo andati a visitare e, per chi ama misteri e leggende, le aspettative non sono state deluse.

Infatti, tra le pieghe della storia di questi tranquilli paesini, si snodano le vicende di strani personaggi, come Pietro Garino, colui che ha fatto costruire la prima piccola cappella che sarebbe poi diventata l’attuale santuario o Giovanni Pastrone, che in località Richiardi ha costruito l’enigmatico “uovo” gigante (visibile nella foto a lato).

Qui si tramandano anche inquietanti leggende come quella del “masso d’oro” e della “processione dei morti”, il tutto condito da dolmen e menhir presenti in tutta la vallata. Se l’argomento vi incuriosisce potete leggere su Shannewspaper uno dei tanti articoli a cura di Rosalba: La Madonna Nera e il Masso d’Oro.

Kemò-vad nella natura a Forno Alpi Graie

Così, calati in un’atmosfera magica, siamo partiti…la strada è molto bella e dal finestrino si possono ammirare le guglie frastagliate di queste montagne che si chiudono sempre più intorno alla strada e d’improvviso ti accorgi che la natura ha il sopravvento; c’è anche un gigante di pietra che controlla il percorso e lo puoi sentire ancor prima di alzare gli occhi e vederlo, è il Bec Cèresin, ammantato da tante storie di masche…

Una volta giunti al piazzale di Forno ci dirigiamo sul sentiero che porta al Santuario di Nostra Signora di Loreto, l’aria è frizzantina, è proprio il momento giusto per una sessione di Kemò-vad…e finalmente ci immergiamo nel silenzio della paità, la meditazione dinamica. Ricaricati di energia, siamo ora pronti ad affrontare i 366 gradini, ma lungo il sentiero vicino al torrente, ancora una curiosità ci coglie, una nicchia con una madonna nera e una croce un po’ particolare, forse piccoli segni lasciati per chi sa leggere tra le righe. Giunti in cima troviamo il Santuario chiuso, ma quello che più conta per noi è respirare quella natura, immaginare di respirare la stessa aria di un luogo a cui antichi popoli hanno dato importanza e lasciato le pietre a testimoniarla e, come sappiamo, la madonna nera prosegue nella nostra era quell’antico percorso.

La nostra prossima tappa è il grande masso che si trova alle spalle del paese e che sembra proteggerlo, chiamato dai paesani roc pendù o montagnino, anch’esso foriero di storie e leggende, ma come si dice ogni leggenda custodisce sempre un seme di verità.

Meditazione in riva al fiume

La voglia di riappropriarci del nostro spazio e della nostra identità ci porta a una meditazione sul fiume Stura lì vicino, le sensazioni piacevoli ci accomunano ancora una volta, un arcobaleno ci saluta e così riprendiamo la via del ritorno. Sulla strada però qualcuno chiede aiuto, è un piccolo uccellino in difficoltà e Rosalba, forte della sua esperienza nell’aiutare gli animali, non ci pensa due volte: va recuperato e portato dal veterinario; così scendiamo veloci verso Dreamland dove un volontario di SOS Gaia, l’associazione animalista fondata da Rosalba, si è già attivato per il trasporto fino a Torino; il piccolo sarà poi curato e reimmesso nel suo territorio.

E per concludere in compagnia un’intensa giornata tra antiche tradizioni, non potevamo che far tappa al ristorante Antichi Sapori di Fiano…

 

Donatella Perri







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