Alla ricerca del Bien-être. Vivere la filosofia della Natura attraverso l’ecospiritualità. La meditazione come laboratorio di trascendenza. L’antico sciamanesimo druidico intende come esperienza di meditazione l’acquisizione di una dimensione interiore che rispecchia quella dell’armonia e della conoscenza elargite dalla Natura.


Kemò-vad e Meditazione

Alla ricerca del Bien-être
Vivere la filosofia della Natura attraverso l’ecospiritualità

 

La meditazione come laboratorio di trascendenza

L’antico sciamanesimo druidico intende come esperienza di meditazione l’acquisizione di una dimensione interiore che rispecchia quella dell’armonia e della conoscenza elargite dalla Natura.

Kemò-vad e Meditazione

Una natura che, come era intesa dagli antichi miti, è l’evidenza di quanto ci circonda e di noi stessi che ne siamo parte e che non si limita alla manifestazione delle verdi foreste, dei fiumi e del cielo stellato, ma il cui significato, definito “Shan” dall’antico druidismo, va oltre la bottiglia energetica dell’universo in cui per ora siamo rinchiusi, che si è strutturata nella sua architettura spazio-temporale dopo il Big bang.

Una dimensione invisibile e immateriale che forse contiene altri universi oltre al nostro e non ha dimensione né si trova in alcun tempo a cui ci si possa riferire.

Molti vedono la meditazione come un mezzo con cui ottenere relax, benessere e spiritualità soggettiva. Secondo l’antico sciamanesimo druidico, se non si pone l’esperienza della meditazione come un vero e proprio laboratorio di trascendenza, non si attua una vera esperienza meditativa.

Un antico druido ripeteva spesso che la meditazione poteva essere paragonabile ad un salvagente calato dall’Aruna-matchka (l’equivalente del termine di “divina provvidenza”) nei flutti impietosi dell’oceano sensoriale dell’universo, per aiutare quanti volessero capire di più del loro senso di esistenza e potessero trovare contemporaneamente uno strumento di benessere.

La meditazione, oltre alle possibilità di ottenere relax e benessere, mostra un aspetto di operatività ben precisa che si identifica nella tacitazione del “rumore” di fondo determinato dai sensi del corpo e dalle funzioni immaginative della mente, per portare l’individuo all’esperienza di Silenzio interiore in cui ottenere quella che gli alchimisti definiscono come Illuminazione o Estasi. Un atto di esperienza che rappresenta la liberazione dello stato di coscienza consapevole fuori dalla rappresentazione virtuale del mondo prodotta dalla mente, che può consentire finalmente all’Io consapevole, o spirito, di percepire la natura invisibile e immateriale dello Shan.

 

Nah-sinnar, la Musica del Vuoto

L’antico sciamanesimo druidico riteneva che l’origine dell’universo fosse stata determinata da un Suono primordiale prodotto dall’urlo del drago ancestrale quale suo primo atto di esistenza.

Un suono che nella sua estensione vibratoria avrebbe poi creato lo spazio e il tempo e dato origine alla materia e alla vita attraverso le increspature delle sue ridondanze ondulatorie, sviluppate nell’infinito dell’esistenza.

Nella tradizione dello sciamanesimo druidico la musica aveva pertanto una importanza rilevante ed era al centro della loro concezione mistica dell’universo e rappresentava l’elemento con cui era possibile sviluppare i primi passi significativi dell’esperienza della meditazione.

Kemò-vad e Meditazione

Sul piano dei miti e dell’esperienza iniziatica, il suono rappresentava la Causa Prima dell’esistenza, la vibrazione primigenia che aveva dato origine a tutto l’universo creando ulteriori vibrazioni all’interno di essa, con cui avrebbero preso corpo gli atomi che costituiscono la materia e la vita sino a consentire la manifestazione dello stato di consapevolezza di ciascuna forma vivente.

Per questo motivo gli sciamani dell’antico druidismo utilizzarono la musica nelle loro pratiche al fine di realizzare stati percettivi di coscienza superiori, esplorare le dimensioni segrete dell’universo e operare a una terapeutica naturale delle patologie del corpo e della mente.

La musica nasce dall’ascolto dei suoni che sono prodotti incessantemente dalla Natura. Essa ha iniziato l’individuo alla pratica e alla conoscenza della musica. Troviamo la sua melodia ovunque: nell’acqua sussultante che scorre lungo i fiumi, o in quella scrosciante e continua di una cascata. Ma anche nel vento che sussurra tra gli alberi, nel canto degli uccelli, nella possenza del tuono.

I suoni rendono manifesta l’esistenza alla nostra attenzione. Ci mettono in relazione con la Natura che ci circonda e la fanno sentire come un essere misterioso, la Madre Terra dei nativi, che sussurra messaggi da decifrare. Messaggi che costituiscono un richiamo continuo alla manifestazione dell’esistenza in cui viviamo e la mostrano come la nostra casa abituale.

I suoni nascono anche dal di dentro di ciascun individuo: dal ritmo del battito del cuore, a quello dei suoi passi e del suo respiro, al ritmo della fluidità armonica del movimento del corpo nel tempo e nello spazio.

Ma i suoni che cogliamo nella Natura non sono solo un fenomeno auditivo. Essi giungono alla nostra mente e si trasformano in emozioni, riportano in superficie ricordi dimenticati, suscitano visioni oniriche e aprono a percezioni non convenzionali, facendoci varcare una porta sull’Infinito.

La musica del Vuoto, o Nah-sinnar, per gli sciamani ha le radici nel mito cosmologico delle loro origini e riveste il ruolo catalizzatore di una musica antica dalle proprietà particolari che portano a intuizioni poetiche sul mistero del cosmo.

La Nah-sinnar è intimamente legata al concetto di “Shan”, l’antico nome che i druidi davano alla Natura, intesa come l’esistenza nel suo aspetto reale e immateriale, depositaria di un grande mistero cosmico.

Un archetipo esperienziale, comune per tutti i Popoli naturali, che vuol significare conoscenza, evoluzione, benessere e spiritualità, al di là di qualsiasi dogmatismo.

Un archetipo che si fonda sull’esperienza del Silenzio, la dimensione in cui la Natura si rivela nel suo reale aspetto. In questa dimensione è possibile partecipare all’armonia e alla conoscenza che essa è in grado di sollecitare.

In tutte le tradizioni dei Popoli naturali (i Popoli indigeni del pianeta) esiste un percorso mistico basato sul Silenzio che, per poterne sviluppare le potenzialità più segrete, viene attuato attraverso l’esperienza della meditazione, intesa come un modo di essere, un atteggiamento ecospirituale di equilibrio interiore dell’individuo che sviluppa una relazione armonica e creativa con la Natura.

Kemò-vad e Meditazione

Presso gli antichi druidi, la meditazione comportava l’uso della particolare musica della Nah-sinnar che costituiva uno strumento catalizzatore in grado di guidare a una facile esperienza di benessere e di conoscenza interiore. Una musica realizzata dagli antichi sciamani sulle proprietà dei numeri primi, già allora conosciuti per il loro riflesso nell’architettura dell’universo.

Oggi questa pratica è riproposta nella Scuola di Kemò-vad “Sole Nero”, nata con l’intento di divulgare le antiche tecniche del druidismo europeo secondo gli insegnamenti ricevuti dalla comunità druidica di Paimpont, nella Foresta di Brocéliande in Bretagna, e viene interpretata sia con il flauto sia con le tastiere.

La Nah-sinnar può servire come una guida interiore per una facile pratica della meditazione, senza sottoporsi agli inconvenienti di un qualsiasi training didattico, almeno nell’accesso propedeutico alla meditazione, consentendo un’esperienza utile per la ricerca di una sicura fonte di insegnamento.

Una curiosità è rappresentata dal fatto che questa musica, agendo in maniera subliminale come una sorta di agopuntura virtuale sull’Inconscio, è in grado di produrre spontaneamente il rilassamento fisico e la pacificazione della mente.

La meditazione con la musica della Nah-sinnar può essere utile anche a coloro che già la praticano, ma incontrano delle difficoltà ad ottenere determinanti e immediati risultati per motivi di tempo e di attitudine personale. Può essere utile per quanti sentono il bisogno di mettere ordine nella loro lunga serie di esperienze autodidatte e discontinue.

La meditazione con la Nah-sinnar può servire, più specificatamente, a coloro che cercano una prassi più semplice della meditazione, che possa essere di supporto e che affianchi quella già praticata secondo metodi magari validi ma troppo complessi che rimandano al futuro, con tempi molto lunghi, i benefici e il benessere promessi o intravisti.

 

Kemò-vad, danzare nel Vento

La Kemò-vad è una filosofia di vita basata sull’armonia con la Natura. È una forma di meditazione, sia statica e sia dinamica, con una storia millenaria che ha origine dall’antico druidismo europeo. Utilizzata in seno alla disciplina di arti marziali dell’ordine monastico- guerriero dello Za-basta, le cui origini affondano nel mito di Fetonte, costituiva l’apprendimento individuale dell’arte del combattimento e la preparazione interiore all’esperienza mistica.

Il Gopa Giancarlo Barbadoro con Rosalba Nattero
Il Gopa Giancarlo Barbadoro con Rosalba Nattero

Il termine Kemò-vad significa “Danzare nel Vento”. Il suo nome trae origine dall’antica tradizione druidica che identificava nel vento il simbolo dello Shan, l’aspetto più intimo e immateriale della Natura, ritenuta fonte di armonia e di conoscenza. “Danzare nel vento” significa muoversi in armonia con il divenire cosmico del Vuoto, entrare in simbiosi con la Natura e con la sua immaterialità, secondo il concetto di Shan. Significa vivere in armonia con la Natura per "divenire vento nel vento" interpretando il senso reale e mistico dell'esistenza e ritrovare la gioia di vita nella sintonia con tutto ciò che ci circonda. Realizzare non solo il benessere psico-fisico, ma anche l’armonia dell’anima. Una condizione che i druidi della Bretagna definiscono Bien-être, benessere del corpo, della mente e dello spirito. Un concetto che si identifica nel principio dell’ecospiritualità, la filosofia dei Popoli naturali che nasce dal contatto con Madre Terra. L’ecospiritualità è la filosofia della Natura, un’esperienza di armonia interiore che si estende a tutto ciò che ci circonda, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le forme di vita. Una Natura intesa non solo come la manifestazione dell’universo che ci circonda, ma anche e soprattutto come il tramite con un grande mistero mistico.

 

L'esperienza della Kemò-vad

Nel suo aspetto dinamico, la Kemò-vad è una meditazione in movimento basata sul gesto consapevole. Esperienza che riassume in sé gli elementi della meditazione, della ginnastica olistica e della danza sacra dei Popoli naturali. La Kemò-vad è una via di mezzo tra l’arte ginnica e un’arte marziale dolce, dove l’avversario non è inteso come un altro uomo, ma come la possibilità di interazione con l’esistenza. La semplicità della sua tecnica permette di raggiungere un benessere e un’armonia in tempi molto rapidi, e di mantenere questa armonia anche dopo l’esecuzione della meditazione per estenderla a tutta la propria vita.

La Kemò-vad è una tecnica che riassume in sé gli elementi della meditazione dinamica, della ginnastica olistica e della danza sacra dei Popoli naturali.

La meditazione non è solo un’esperienza da condursi in postura, ma è anche un atto creativo attraverso il quale poter partecipare in maniera armonica e consapevole alla natura reale dell'esistenza.
Un concetto non facile. Come trasportare l'esperienza interiore della meditazione nelle vicende quotidiane di ogni giorno, sicuri di vivere il senso reale del tutto? I ritmi e le azioni del vissuto di ogni giorno ci costringono molte volte a sottostare a comportamenti e ad esigenze che ben poco hanno a che fare con una ricchezza spirituale interiore. Come trovare i giusti parametri per mantenere la serenità e l’armonia al fine di godere appieno della nostra esperienza di vita?
La cultura dell'antico sciamanesimo druidico propone l'esperienza della meditazione dinamica come atto individuale per l’attivazione delle energie interiori e per l’interazione con l'ambiente.
E' l’esperienza della Kemò-vad, che nell’antico linguaggio shannar significa "la Danza del Vento". Il suo nome trae origine dal concetto "Kemò-Tzan", ovvero "essere nel vento". Significa “danzare nel vento divino”, vivere nel ritmo del divenire cosmico del Vuoto.

Secondo l'esoterismo dell'antico sciamanesimo druidico la Kemò-vad ha lo scopo di attivare e indirizzare la Korà, l'energia vitale e evolutiva interiore, verso la realizzazione della propria coscienza cosmica.

Kemò-vad e Meditazione

La Kemò-vad è un esercizio di dinamica esperienziale per l'ottenimento della visualizzazione e dell'intuizione interiore sui tre piani umani di corpo, mente e spirito. Porta al rafforzamento dell'Io reale dell'individuo e alla sua integrazione con la natura del Vuoto in cui si identifica il senso dell'esistenza.
La base esperienziale della Kemò-vad è duplice: comprende l'esperienza ginnico-marziale vera e propria, e contemporaneamente si rende manifesta una componente astratta dove gli archetipi individuati nell'esercizio ginnico si estrinsecano nella loro applicazione all'interno del vissuto quotidiano.
Per fare un esempio: se il Kaui, ovvero il praticante di Kemò-vad, realizza un’armonia di movimento basata sull'applicazione dei due concetti di “vuoto” e di “pieno” e ne diviene consapevole nel controllo applicato alle sue membra, egli potrà applicare lo stesso principio operativo alle azioni che lo guidano nel rapporto con gli altri. Anche fuori della pratica ginnica si troverà così ad applicare i principi universali che agiscono nel cosmo e che ha sperimentato nella sua palestra interiore.

Il significato esperienziale e filosofico della Kemò-vad ha origine da un preciso postulato nato sull'esperienza della meditazione vissuta e sperimentata.

Secondo l'esoterismo dell'antico sciamanesimo druidico esiste una realtà unica e invisibile che rappresenta la vera esistenza. E' la realtà del Vuoto, da cui tutto ha origine e in cui tutto viene ricondotto come il vero senso delle cose. Questa realtà domina anche la dimensione del visibile quotidiano. Tuttavia normalmente noi non la viviamo, poiché contrapponiamo la nostra soggettività egocentrica alla logica del reale. Ciò produce sofferenza e disarmonia.
La Kemò-vad suggerisce la possibilità di integrarsi con il senso e le proprietà della natura neutra del Vuoto. Lo stesso significato della parola Kemò-vad è danzare nel vento del divenire cosmico. Nel vento del kemo-tai, il vento divino del trascendente, che rappresenta il fluire naturale delle cose vissuto attraverso il senso intimo del Vuoto. Ovvero vivere nella logica trascendente del Vuoto.
Danzare nel vento divino significa quindi realizzare la conoscenza di questo vento per adeguarsi al suo ritmo cosmico e seguire il suo eterno fluire.

Un ordine naturale delle cose che si può identificare, sul piano dell'armonia del corpo, in un benessere psicofisico, oppure nella conoscenza di sé attraverso il potenziamento del proprio io interiore in una esperienza di tipo transpersonale. O ancora, nella realizzazione dell'hahqt, l'integrazione spirituale con l'armonia globale dello Shan.

Kemò-vad e Meditazione

Nell'esercizio individuale vengono messe in azione le due forze contrapposte che stabiliscono l'equilibrio della natura neutra del Vuoto, ovvero dello Shan, il vuoto conosciuto e vissuto nella meditazione globale. Queste due forze, lo han di segno passivo e lo ham di segno attivo, vengono utilizzate per generare equilibrio nell'uomo e quindi l'ottenimento della qualità del “man”, l’uomo cosmico.

Un equilibrio spirituale che consente di esprimersi in una creatività costruttiva che vede l'uomo in una funzione di motore immobile di tutte le cose dell'universo. Una dimensione che si identifica nel concetto filosofico di ecospiritualità dei Popoli naturali del pianeta.

Attraverso la Kemò-vad si realizza una integrazione cosciente con l'esistenza mantenendo verso il quotidiano un baricentro consapevole interiore di portata globale, la “Batza”, che si rapporta verso l'esterno interagendo senza subire danno. Un processo alimentato dall'energia infinita della natura neutra del Vuoto, che l’individuo interpreta con la sua esperienza, una danza cosmica.
Nella Kemò-vad viene data importanza all'armonia della respirazione e all'ottenimento del rilassamento del corpo e della mente, al controllo interiore e alla realizzazione del baricentro spirituale. Si segue il ritmo naturale della respirazione. Si porta l'energia evolutiva a stabilizzarsi in una colonna di luce interiore. In questo modo il Kaui attiva e utilizza l'energia del Sentiero d'Oro, la via spirituale degli antichi druidi.

La Kemò-vad è una esperienza di natura globale. L'atteggiamento vissuto nel quotidiano non può essere disgiunto dalla pratica operativa. La danza del vento si realizza infatti tanto su un ritmo interiore quanto sul ritmo che esiste in tutto l'universo. Separarli in due specifiche competenze significherebbe isolarsi dall'unitarietà dell'esperienza che è propria dell'esistenza.
Significherebbe rinunciare a vivere la natura reale dello Shan per immergersi in un sogno parziale ed egocentrico senza sbocchi. Per vivere la completezza dell'esperienza della Kemò-vad occorre interpretarne il senso anche nel quotidiano, riferendosi al principio del Kemò-tai: abbandonarsi coscienti al "vento divino" per godere delle situazioni utili al proprio divenire, nella consapevolezza che tutto è in continua mutazione, senza provare attaccamento alle cose.

Giancarlo Barbadoro




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