Cenni Storici




La Kemò-vad rappresenta una forma di meditazione dinamica utilizzata migliaia di anni orsono dall'antico druidismo europeo. Utilizzata in seno alla disciplina di arti marziali dell'ordine monastico-guerriero dello Za-basta, costituiva l'apprendimento individuale dell'arte del combattimento e la preparazione interiore all'esperienza mistica della conoscenza dello Shan, il nome con cui gli antichi Druidi definivano la Natura nel suo aspetto immateriale. Un’esperienza che permetteva di realizzare il Potere interiore.

 

La leggenda di Fetonte
e il mito del Graal

Le origini storiche della Kemò-vad affondano negli antichi miti druidici.
La Kemò-vad ha origine dall'antico mito di Fetonte che storicizza quello del Graal in precisi eventi avvenuti, secondo la leggenda, nella Valle di Susa, in Piemonte, una regione centro-europea del nord Italia.
Secondo la leggenda tramandata da Ovidio e da Platone si narra di un oggetto che sarebbe precipitato nel territorio piemontese provocando un immenso mare di fuoco.
In realtà le leggende raccolte presso le Famiglie celtiche ancora esistenti nella Valle di Susa e nelle Valli di Lanzo e presso la Comunità druidica di Paimpoint nella foresta di Brocéliande in Bretagna, il mito di Fetonte riguarderebbe la saga di un dio disceso dal cielo con il suo carro dorato per incontrare gli uomini del tempo, che secondo la tradizione non avevano l'aspetto dell'uomo di oggi.
Questo dio avrebbe fatto costruire dai suoi due aiutanti di metallo dorato un grande cerchio di pietre dentro al quale raccoglieva coloro che andavano a incontrarlo. Fetonte avrebbe insegnato così varie scienze, dall'astronomia all'agricoltura e alla matematica, le arti e la scrittura. Insegnò soprattutto l'arte della fusione dei metalli sul cui simbolismo si fondava l'Alchimia intesa come trasformazione spirituale dell'interiore.
Questa narrazione si associa in maniera evidente al mito del Graal il cui nome è l'acronimo della frase "Gnosis Recepita Ab Antiqua Luce".
Intorno al grande cerchio fatto costruire da Fetonte vennero realizzate le prime abitazioni dei suoi auditori e poco alla volta, nei millenni successivi, l’insediamento si sviluppò in una vera e propria città megalitica fortificata che verrà poi conosciuta come la città di Rama, anche definita “la città dei Tre Draghi”, di cui agli inizi del terzo millennio verranno scoperti importanti reperti delle sue possenti mura.
Le tradizioni druidiche narrano che Fetonte, prima di congedarsi dagli uomini, donò ad essi una grande ruota d'oro forata, si dice del diametro di almeno due metri, sulla quale avrebbe inciso ventidue angoli nascosti contenenti elementi di Scienza e di Alchimia.

 

La nascita della Kemò-vad

La tradizione druidica riporta che Fetonte si trovò di fronte ad un pianeta rigoglioso e pieno di vita, dominato purtroppo da gigantesche creature ricoperte di piume colorate, violente e con una forza sovrumana, che dominavano su gran parte del pianeta impedendo l'evoluzione delle altre creature, spesso tenendole in schiavitù per potersene cibare a piacimento.
Fetonte, per poter aiutare le creature con cui era venuto a contatto, diede vita all'ordine monastico-guerriero dello Za-basta, una vera e propria scuola iniziatica ideata per sostenere gli uomini in quei tempi di terribile conflittualità.
Fetonte diede a questo ordine precisi simboli e insegnamenti filosofici e una disciplina marziale.
Lo Za-basta prendeva nome dalla Basta. Questa era una sorta di sacca rinforzata con la funzione di protezione, indossata sul petto. Al suo interno ogni monaco-guerriero metteva una serie di oggetti che gli assicuravano autonomia e sopravvivenza in ogni situazione. Un elemento vestizionale da cui ebbe origine in seguito la "Tavola d'Oro" riferita al mito del Graal.
La Basta costituiva una implicita lezione di attenzione e di responsabilità personale basata sulla gestione consapevolizzata delle proprie risorse. Per l'importanza morale e guerriera che rappresentava, costituiva il simbolo dello Za-basta e quindi della Scuola.
La Scuola iniziatica dello Za-basta si suddivideva in due competenze esperienziali. Una era rappresentata dallo "Hahqt-ba'", di specifica competenza relativa alle arti marziali, l'altra era costituita dalla "Kemò-vad" che aveva l'incarico di preparare, attraverso specifiche tecniche di meditazione dinamica, l'Iniziato al suo combattimento interiore e esteriore nel confronto con i temibili avversari che percorrevano senza sosta la Terra di allora.
L'operato di Fetonte contribuì a dare vita ad una civiltà evoluta e libertaria che si estese all'intero pianeta. Attraverso il suo aiuto era stato attuato l'accesso alla dimensione che il druidismo riconosceva come il "Mondo di Gwenved". Quello che nella tradizione viene anche definito come "il mondo della luce bianca”, o “la dimensione partecipativa del meditante" con lo sviluppo dei suoi tre impliciti elementi creativi.
La tradizione druidica riporta che grazie alle conoscenze donate da Fetonte, sul continente europeo nacque una grande civiltà antica, lontana nel tempo, che per millenni illuminò il pianeta con la sua cultura, con le sue scoperte scientifiche e con l'esperienza che portava conoscenza e felicità all'individuo, nel rispetto dell'altra vita del pianeta e del pianeta stesso.
Una civiltà che, secondo l'antica tradizione druidica, ha lasciato tracce anche su altri mondi, per primi quelli del nostro sistema solare.

La Palestra di Kemò-vad

Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero, stimolati dalla scoperta delle mura della città di Rama, scoperta che poneva in una chiave storica sia l’antico mito della città ciclopica che la figura di Fetonte, intrapresero un lavoro di recupero delle antiche leggende dei Nativi europei per redigere il loro libro "Rama Vive". Nel corso di questa ricerca nacque l’intenzione di riscoprire e divulgare lo Za-basta e quindi la Kemò-vad, per far conoscere l'antica cultura dei Celti.
Il loro percorso di ricerca li ha portati a contatto con le varie Famiglie celtiche della Valle di Susa e delle Valli di Lanzo da cui hanno tratto preziosi spunti per il loro libro.
Tuttavia è stato decisivo l'incontro, avvenuto già molti anni prima, con la Comunità druidica bretone di Paimpoint, in Francia, da cui hanno tratto la loro preparazione personale in campo musicale e nell'arte maziale dello Za-basta e quindi della pratica dell'arte marziale dolce della Kemò-vad.Tutto accadde un giorno durante la loro visita alla fontana di Barenton, nella Foresta di Broceliande, conosciuta anche come la Fonte di Merlino per via della sua acqua che ogni tanto ribolle freddissima e in maniera inspiegabile.


Ai suoi bordi antichi di pietra giungono e si incontrano casualmente viandanti che arrivano da ogni dove per assaporare lo spirito di antiche gesta di un mondo libero e legato alla natura.
Anche i due autori, molti anni fa, giunsero qui in una sorta di pellegrinaggio che li portarono ad incontrare personaggi inaspettati che avrebbero dato una svolta alla loro vita.
Oggi la piccola cittadina di Paimpont, con il suo suggestivo lago, è rimasta da sola a rappresentare e a continuare il mito e la magia di quanto è rimasto della foresta di Brocéliande dove molti anni fa i due autori si imbatterono in un gruppo di druidi che dava continuità al mito di Merlino e i cavalieri della Tavola rotonda alla Cerca del Graal.
L’incontro fu casuale. Bastarono poche note del flauto di Giancarlo, seduto accanto alla fontana di Barenton, per fare amicizia con un bretone che si presentò come un membro della Comunità druidica di Paimpoint e li invitò ad un incontro per conoscersi meglio e scambiare reciproche esperienze.
Da questo gruppo di druidi i due autori appresero l’esistenza di un mondo che i libri di storia hanno dimenticato e di cui ormai non si parla più. Un mondo celebrato da una tradizione rimasta intatta, senza aver subìto le contaminazioni della cultura dell’Impero Romano né quella del cristianesimo subentrato a posteriori. Una tradizione nata al tempo della grande civiltà che esisteva sul continente europeo prima ancora della grande Babilonia del passato o dei fasti dell’Antico Egitto.
Il gruppo di druidi che avevano incontrato non era dissimile da tanti altri che esistevano nella magica terra della Bretagna. Ma questi uomini e queste donne incontrati presso la fontana di Barenton li aveaccolsero tra di loro con profondo affetto e amicizia. La musica del flauto aveva aperto un’inaspettata porta su una dimensione solitamente ben nascosta e, di fatto, invisibile alla storia ordinaria.
La musica, infatti, occupava un posto privilegiato tra i loro interessi, a cui davano uno spazio di rilievo sia nel loro contesto sociale che nell’esperienza personale. Entrambi appresero la conoscenza della Nah-sinnar, la "musica del Vuoto" che Giancarlo dedicò al suo flauto mentre Rosalba se ne servì per l'impostazione della sua voce.
Entrambi, tuttavia, si dedicarono comunemente alla conoscenza e alla pratica dello Za-basta, orientandosi sulle tecniche della Kemò-vad, considerata una preparazione all'attività marziale vera e propria della "Hahqt-ba'" nell'ambito dell'arte marziale dello Za-basta.
Per loro esperienza, sotto la guida di uno dei druidi di Paimpoint, scoprirono i benefici psico-fisici e spirituali della Kemò-vad e compresero l'importanza della divulgazione di questa antica disciplina.
In essa non era ravvisabile solamente una formidabile disciplina del benessere ma anche uno strumento di trasmissione dell'antica cultura dei Nativi europei, sia sul piano morale che storico.
La prima palestra di Kemò-vad in Italia è stata aperta dai due autori a Dreamland, nel Parco della Mandria, Piemonte, e oggi riunisce gli appassionati e gli istruttori di questa disciplina che offre benessere psico-fisico e possibilità di una evoluzione interiore verso stati percettivi di coscienza superiori.
Annualmente vengono tenuti dei Corsi di natura propedeutica in tutto il Paese per far conoscere e dare la possibilità di praticare questa antica e preziosa disciplina del benessere.

 

Il cerchio di pietre di Dreamland

Oggi l'idea di divulgare la Kemò-vad si accompagna al desiderio di dare corpo anche al mito di Fetonte per quello che moralmente e storicamente rappresenta.
Un aspetto probabilmente occultato della storia, una grande civiltà antica apparsa sul continente europeo che ha avuto ripercussioni storiche fino all'Asia e al medio-oriente, una cultura che è stata distrutta dall'impero romano e dal cristianesimo.
In questo occultamento si inserisce anche l’invisibilità delle grandi piramidi europee, che la cultura attuale ignora. Nel caso della piramide bretone di Barnenez, addirittura si è tentato di distruggerla. Sorte meno fortunata è toccata a quella di Saint-André, a nord-est della città di Nizza in Costa Azzurra, alta cinquanta metri, andata distrutta alla fine degli anni '70 quando è stata completamente rasa al suolo per fare posto a un raccordo autostradale.
Per questo motivo, per dare visibilità all'antica storia dei Nativi europei di cui ancora oggi molti vivono inconsapevolmente le sue radici, i due autori hanno costruito, in una zona privata del Parco della Mandria, uno Stone circle, un cerchio di pietre, che possa ricordare tangibilmente la Scienza e la cultura degli antichi Celti.
Il Cromlech di Dreamland ripropone lo spirito dei cerchi di pietre erette dagli antichi Celti come Stonehenge e Callanish, che rappresentavano luoghi spirituali di incontro e di cultura.
In quei luoghi si osservavano le stelle, il corso del Sole e della Luna e si sanciva l’incedere del calendario e delle stagioni. Si studiavano le scienze, si faceva ricerca e si discuteva di filosofia.
Si sperimentava l’esperienza mistica del silenzio interiore. Un luogo d’incontro dove fare musica, leggere poesie e narrazioni celebrando il Mistero che anima la Natura.Oggi l'anfiteatro antico dello Stone Circle di Dreamland assume il ruolo di palco e tribuna di un teatro immerso nell’ambiente del Parco regionale della Mandria dove avvengono eventi musicali e culturali che richiamano lo spirito della natura e della grande avventura della vita vissuta dall’individuo.

Qui si realizzano i concerti unplugged del LabGraal che con il suo "Keltic rock" propone suoni e ritmi di ogni luogo della Terra, tratti dalle tradizioni tribali dei Popoli naturali. E questo è anche il luogo dove i vari poeti si trovano a leggere le loro poesie per condividere, insieme al pubblico, pensieri e emozioni.Con lo Stone Circle di Dreamland si è voluto realizzare un’opera che per le sue caratteristiche culturali si trova ad essere a metà tra il mito e la scienza.Da una parte si è seguita la traccia poetica fondata sull’antico mito di Fetonte, il dio, che secondo le tradizioni locali, sarebbe disceso anticamente dal cielo per prendere dimora nella Valle di Susa, in Piemonte, e che si era fatto costruire dai suoi aiutanti di metallo dorato un grande cerchio di pietre erette dove insegnava agli uomini del tempo le scienze, le arti e i segreti dell’Alchimia dell’interiore.Dall'altra, ispirandosi alla scienza dei Celti, si è anche voluto ricostruire la struttura di un Osservatorio astronomico naturale così com’era utilizzato nei tempi antichi, a cominciare dai druidi sino a Ipparco e a Tycho Brache, per osservare e studiare i fenomeni del cielo con la stessa metodologia da cui hanno avuto origine le basi principali dell’astronomia moderna ancora oggi valide e fondamentali. L’Osservatorio di Dreamland rappresenta una grande meridiana solare e lunare e contemporaneamente anche un vero e proprio planetario aperto direttamente sul cielo. Una occasione per vivere un’esperienza di conoscenza della Natura a contatto diretto con i fenomeni della volta celeste e con il Mistero che si riflette nel cielo stellato.
L’Osservatorio di Dreamland assolve anche alla funzione di “Rosa dei Venti”, un ruolo che può consentire la percezione della spazialità naturale del pianeta, come essere al centro di una grande carta geografica che copre l'intero stesso pianeta.
Al di là dell’orientamento dei quattro punti cardinali, è possibile infatti, ponendosi al centro del cerchio e guardando verso le specifiche pietre erette del caso, trovare la direzione delle maggior città e opere dell’uomo. Da New York alla mitica città di Rama, da Mosca a Hong Kong, da Stonehenge al Channel sotto la Manica, dal grande cratere del Golfo del Messico lasciato dall'asteroide primordiale fino al sito della NASA di Cape Canaveral.




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