Sulle tracce dei megaliti: escursione a Balme

1 luglio 2013

Una mitica cena. Già, una cena mitica per terminare una gita alla ricerca dei megaliti, alla ricerca di prove di una civiltà che affonda le sue radici nel mito. Questa civiltà ha lasciato le sue tracce nelle valli piemontesi in attesa che qualche cercatore del Graal si soffermasse a studiarle e riconoscesse i segni che altri, prima di lui, avevano nascosto nelle loro opere, nei tempi in cui la ricerca era vietata.

L’Altare druidico di Balme

Così, guidati da Rosalba Nattero, il gruppo Rama Vive ha visitato il paese di Balme e dintorni dopo la tappa obbligatoria al bar di Ala di Stura.

Il paese di Balme sarebbe, infatti, uno dei luoghi in cui comparve, secondo le leggende, un uomo ricco e dai poteri straordinari di cui si sa solo il nome: Jouan Castagnero, le sue origini sono, infatti, avvolte nel mistero. Egli edificò il Ruciàss seguendo lo schema utilizzato dai templari ai quali apparteneva.

L’atmosfera mistica è diffusa in tutta la zona storica della città, dalla casa dei discendenti di Castagnero, dove è riportata una targa di commemorazione del fondatore e dove sono dipinti sulle pareti esterne immagini esoteriche ricche di simbolismi, al muro di una casa in cui nell’intonaco vicino ad una finestra è visibile il volto di un templare reggente in mano una coppa, anche se forse questa è solo suggestione.

L’Antica Tradizione è anche sopravvissuta al di fuori del paese, una grande energia, infatti, si concentra nel luogo, dove è situato l’altare druidico; ad alcuni può sembrare un semplice masso lavorato dalle intemperie, ma se si appoggiano le mani, si può percepire una corrente di energia che lo attraversa, un’energia antica che si mescola con quella di colui che lo tocca in un contatto che coinvolge qualcosa di più profondo del corpo e della mente: lo spirito.

Kemò-vad nella natura a Balme

Siccome il luogo era carico di energia, la scuola Sole Nero ha deciso di riportare in vita l’Antica Tradizione praticando la Kemò-vad e in conclusione anche la meditazione in postura; la grande energia che scaturisce dai praticanti ha incuriosito le mucche che pascolavano, le quali si sono avvicinate dimostrando che la Kemò-vad non è una semplice ginnastica per il corpo, ma anche un mezzo di comunicazione con la natura.

Il gruppo è poi sceso vicino al torrente per ammirare la bellezza della natura circostante, uno dei luoghi in cui non è sottomessa all’uomo e si mostra ancora nella sua potenza, una natura da rispettare e con la quale entrare in contatto.
Ed è così che termina la parte faticosa della gita e il gruppo si reca a Pian della Mussa a degustare un mitico pasto con le pietanze vegetariane tipiche della montagna.

 

Alice Fardin






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