Concerto del LabGraal per la presentazione del nuovo CD “Native”
22 aprile 2013
Un inno alla vita e alla libertà. Native non è un semplice cd musicale, ma è un cammino, l’inseguimento di un sogno e di un ideale: il voler vivere essendo se stessi e non come la società maggioritaria impone.
Come ogni percorso è intriso di emozioni diverse, anche il concerto di presentazione del CD è divenuto un alternarsi di lacrime e sorrisi, di danze e di momenti riflessivi. Momenti in cui la musica diveniva accompagnatrice di un viaggio all’interno di se stessi che portava alla consapevolezza che non si è soli su questa terra, ma c’è un’esistenza intorno, c’è una vita che anima tutto ciò che ci circonda e sta a noi percepirla.
Così dal ritmo incalzante si genera un richiamo alla vita e alla speranza di un qui e di un adesso, un richiamo alla vita della natura che troppo spesso l’uomo dimentica.
Il ritmo incalza e si comincia a danzare, a ballare in cerchi, in cerchi che si intrecciano e si dividono così come i fili della vita, che si trasformano, che si modificano e diventano la risposta al canto e al tempo stesso lo rafforzano, creando un emozione indelebile che nei momenti più bui richiama alla luce e alla speranza che si creino nuovi ricordi felici.
La musica non è solo un insieme di note poiché le emozioni da lei trasmesse, marchiano indelebili e la danza non è solo un muovere di piedi, ma lasciare che ciò che noi vediamo sfochi per imparare a vedere con il cuore, per percepire che facciamo parte dell’esistenza, che siamo parte di ciò che ci circonda.
Alle canzoni si alternano le poesie di Giancarlo Barbadoro, fonte di ispirazione per la band e spunto di riflessione per tutti coloro che le ascoltano, perché le sue poesie non sono soltanto belle parole posizionate in modi diversi per farle apparire più musicali, ma sono ricche di significato che sedimentano nel nostro cuore in attesa del momento in cui verranno comprese.
Vita e libertà narrate non solo dalla voce di Rosalba Nattero, ma anche dalla cornamusa e dalla chitarra di Luca Colarelli, dai tamburi di Gianluca Ruggero, dalla tastiera e dal Bouzuki di Andrea Lesmo, dal flauto di Giancarlo Barbadoro e, per la prima volta, dal violino di Chiara Cesano che ha donato lacrime di malinconia, ma al tempo stesso, con vigorosi colpi di archetto, anche l’energia necessaria per continuare il cammino.
Un cammino che loro hanno deciso di intraprendere alla ricerca delle nostre origini. Loro, i LabGraal.
Alice Fardin