Esiste Dio?
28 novembre 2020
Ne esistono tanti? E in questo caso chi sono?
Da sempre l’umanità si confronta con questo problema.
E’ rassicurante pensare che esista una entità che ci protegge, che pensa a noi, a cui rivolgerci in caso di bisogno, a cui chiedere aiuto.
Ma è anche un modo per non crescere, per non trovare forza in noi stessi.
Da sempre l’individuo di ogni tempo ha cercato un’entità superiore a cui rivolgersi e a cui chiedere dei favori, dei miracoli. Solo che quando queste richieste vengono inascoltate, e il più delle volte succede, si va in crisi mistica.
Tutto sommato è assurdo affidarsi a un dio superiore con il potere di vita e di morte, e ci sarebbe da chiedersi che razza di Dio sarebbe, questa entità che propone tanta sofferenza all’umanità.
Le religioni, che si fanno interpreti dei loro dèi, hanno risolto il problema proponendo un’idea della sofferenza che ci aiuterebbe a crescere e ad acquisire punti per l’aldilà.
Ovviamente queste superstizioni portano poi a reazioni uguali e contrarie, come l’ateismo, che altro non è che una reazione alla religione, sostituendosi alla religione stessa.
E tuttavia, come possiamo pensare che sia tutto qui? Come possiamo pensare che l’universo che ci ha partorito non sia a sua volta parte di un tutto infinitamente più grande?
Noi siamo nati, faremo un percorso di vita, moriremo. Già questo può far pensare all’assurdità di questo percorso. Perché nascere se poi dobbiamo morire?
Giancarlo Barbadoro, il grande pensatore, diceva: “perché c’è qualcosa invece di niente? Che cosa ci sarebbe stato se ci fosse stato solamente il niente? Che cosa sarebbe stato il “niente”? È mai esistito il niente?”
Grandi domande filosofiche che tuttavia sono molto reali.
Ma se noi siamo stati buttati in questa bottiglia energetica, e poi inevitabilmente ne usciremo, come pensare che sia tutto qui? Come pensare a un tale spreco di energia?
Ma anche questo è un pensiero prodotto dalla mente, forse per rassicurarci e per consolarci dell’assurdità della nostra condizione esistenziale.
Tuttavia forse possiamo fare qualcosa per non rimanere semplicemente impotenti davanti ad interrogativi enormi che però fanno parte della nostra esistenza di vita.
Esiste dio? Esiste qualcosa oltre il nostro orizzonte percettivo? Oltre il visibile?
Un modo per sperimentare una risposta al nostro grande interrogativo lo possiamo trovare nella meditazione.
Se la percezione della nostra esistenza è prodotta dai sensi e dalle interpretazioni della mente, possiamo chiederci cosa ci sia oltre la mente.
Noi non siamo fatti solo di corpo e di mente. Abbiamo anche una percezione del trascendente, che va oltre la mente. Altrimenti non si spiegherebbe la ricerca infinita che l’umanità si è sempre posta dai suoi albori.
Il problema forse sono state le interpretazioni di questo bisogno da parte delle religioni, che hanno completamente travisato questa ricerca di trascendente mettendo di mezzo profeti e profetini.
In più c’è l’immenso calderone della New Age che ha aggiunto confusione alla confusione, e promettendo la luccicanza dell’invisibile non fa che portare l’individuo ad un binario morto.
Per fortuna esistono le Tradizioni dei Popoli naturali, quei popoli che non si sono lasciati assimilare dalle grandi religioni della società maggioritaria e che hanno mantenuto un rapporto con il Trascendente basato sull’osservazione del fenomeno.
Questi Popoli, che esistono su ogni continente, basano la loro spiritualità nel rapporto con Madre Terra. Un rapporto che definiscono Ecospiritualità.
Un rapporto con la Natura che non è solo di tipo ecologico ma anche nel riferimento a un grande segreto cosmico di cui la Natura è depositaria. Questo rapporto porta a disegnare una società diversa, basata non sul profitto e sull’accumulo dei beni ma sul concetto di ascesi spirituale.
Questo accade anche in Europa, dove lo sciamanesimo druidico è ben vivo e presente e rappresenta una speranza per l’umanità.
Questi popoli vedono nella meditazione un modo per attivare un contatto personale con il Trascendente, per andare oltre la mente.
Rosalba Nattero