Il Tai Shan, il libro della Natura




 

Il Libro della Natura dell'antico druidismo

La Kemò-vad rappresenta un preciso modo di vita che nasce da un’esperienza riferita all’armonia della Natura. La Kemò-vad infatti non è solo una pratica ginnica, ma anche una dimensione di vita che trova il suo riferimento nella Natura.
Evento che può divenire essenziale anche per dare stabilità ai benefici ottenuti dall’esperienza della Kemò-vad, poiché solo nei principi della Natura si possono trovare parametri pragmatici di vita che sostengano l’esperienza realizzata.
Per il druidismo, la Natura non era indentificata solo come la manifestazione poetica dei boschi, del cielo e delle acque, ma era intesa anche nel suo aspetto invisibile e mistico, dove si rendeva manifesto il Mistero immanente a tutte le cose. In pratica, il teatro globale della nostra esistenza.
Il druidismo portava a constatare che viviamo in una esistenza che ci coinvolge nella logica fenomenica della sua natura. Basti pensare a come siamo nati e a come immancabilmente, al di là di ogni nostra aspettativa, moriremo. Un fenomeno che ci pone di fronte a un Mistero mistico e che ci apre alla possibilità di una evoluzione spirituale nel momento in cui entriamo in sintonia con questo stesso mistero.
Una qualità di esistenza che il druidismo definiva con il termine di Shan, che manifesta la qualità di "Vuoto", ovvero una realtà che si rivela priva di ogni possibile attributo concettuale. Una qualità di esistenza immateriale che risulta percepibile solo attraverso l'esperienza diretta.
Il concetto di Natura identificabile nel riferimento allo Shan è complesso e totalizzante. Lo Shan rappresenta la Natura non solo nel suo aspetto materiale ma soprattutto come la manifestazione di un fenomeno invisibile che va al di là della percezione ordinaria, limitata dai nostri sensi fisici.
Il druidismo esprime questa filosofia, che nasce dal rapporto pragmatico con la Natura, in una maniera semplice e immediata attraverso il "Tai Shan" ovvero il "Libro della Natura", trasmesso, secondo la consuetudine della cultura druidica, in forma orale perché rimanesse impresso nel cuore e nelle azioni.
Il Tai Shan non è una idealizzazione filosofica dell'esistenza scaturita dalla speculazione di una qualche forma di pensiero, ma rappresenta una constatazione osservativa e pragmatica della manifestazione dell'esistenza e di come l'individuo interagisce con essa in maniera funzionale con il fine di realizzare benessere e conoscenza.
Un contesto filosofico in cui i postulati della fisica quantistica e della psicologia sembrano intrecciarsi tra di loro in una visione del mondo di natura scientifica.
 


Il postulato filosofico del Tai Shan

Il Tai Shan rappresenta una sorta di evento osservativo che porta a scorgere nell'esistenza un messaggio di armonia e a comprendere che negare questa armonia significa vivere nel disagio e anche nella sofferenza prodotta dall'opposizione egocentrica al fluire della Natura.
Il concetto di Shan appare centrale nell'antico testo poiché si manifesta come un fenomeno straordinario e misteroso che dà corpo e significato all'esistenza dell'individuo. Nel Tai Shan questo fenomeno esistenziale, che si presenta innegabile nella sua manifestazione, si rivela come una fonte di benessere e di conoscenza a cui ogni individuo può attingere liberamente secondo il suo bisogno personale.
Il concetto di esistenza contemplato nel Tai Shan diviene il punto di partenza per lo sviluppo di una serie di ulteriori valutazioni, sempre svolte su un piano osservativo proprio dell'antico testo, attraverso cui stabilire dei punti fermi per l'esperienza di vita dell'individuo. Una sorta di specchio dell'anima attraverso cui procedere alla propria Iniziazione cosmica.
Il Tai Shan manifesta la Via del Sentiero d’Oro, il percorso realizzativo del meditante riferito al simbolismo dell’Yggdrasil, l’Albero cosmico della Vita. Un’esperienza da percorrere per realizzare l’identità spirituale dell’Individuo attraverso la sua esperienza di Risveglio e la dimensione sociale rappresentata dal simbolo mistico del Mondo di Gwenved quale riflesso dell’interpretazione della natura dello Shan.
Il postulato filosofico del Tai Shan si riassume in quattro precisi punti di valutazione che mostrano la Natura nell’evidenza dei suoi fenomeni e la facoltà dell’individuo di relazionarsi ad essi per trarne benessere e armonia:

1. Esiste la Realtà dello Shan.
Esiste uno stato di esistenza globale, invisibile e immateriale, a cui tutto è sotteso, definito con il termine “Shan”. Una qualità inesprimibile sul piano concettuale che assume il significato di Vuoto.

2. L’individuo si rapporta allo Shan attraverso il corpo, la mente e l’Io consapevole, o spirito.
Solo lo spirito liberato dalla soggettività dei sensi del corpo e dalle suggestioni della mente può percepire e realizzare l’armonia del Vuoto sul piano umano.

3. L’individuo che realizza la dimensione spirituale ha facoltà di attuare il Potere interiore.
L’individuo è parte inalienabile del Vuoto e si relaziona ad esso spontaneamente con la sua natura cosmica (il Nah) entrando in sintonia con il Vuoto stesso, direttamente, senza intermediari. Lo realizza nel Silenzio interiore utilizzando idoneamente i due contrapposti di vuoto e di pieno (han e ham).

4. Per conoscere e applicare l’armonia dello Shan ed vivere nel suo eterno stato di realtà l’individuo deve realizzare l’esperienza della meditazione.
La Kemò-vad rappresenta la meditazione vissuta sia sul piano interiore che su quello partecipativo. Essa porta a interpretare la natura armonica dello Shan nel divenire simbolicamente vento nel vento. L’esperienza della Kemò-vad ha dato origine alla Tradizione. Questa rappresenta una esperienza individuale e nello stesso tempo il contesto partecipativo in cui essa viene vissuta corrispondente al concetto druidico di Mondo di Gwenved.
 


La filosofia naturale del Tai Shan

Per il druidismo, lo Shan è una realtà invisibile che rappresenta il senso reale della nostra esistenza e a cui è sotteso il mondo materiale.
Il druidismo concepiva l'idea che questo piano fenomenico, inteso nella sua natura esaustiva a se stessa, manifestasse un valore di conoscenza e fosse fonte di armonia. Secondo questa visione, quanti entravano in sintonia con questa armonia trovavano gioia di vita e benessere, al contrario di quanti la contrastavano contrapponendo il proprio egocentrismo, realizzando così solo disagio e sofferenza interiore.
Il Tai Shan, nella sua constatazione osservativa, porta a prendere atto che l'individuo percepisce e vive la dimensione immateriale dello Shan attraverso tre piani di esperienza: quello del corpo, quello della mente e quello dell'Io consapevole.
Quest'ultimo è identificato come ad essere il solo, di questi tre piani, in grado di realizzare una consapevolezza e di entrare in sintonia con la natura reale dello Shan. Un ente individuale che non è identificabile con i parametri ordinari, non può essere riconosciuto se non nella percezione di identità consapevole. Nell'esoterismo è definito con la qualità di "spirito" ed è simboleggiato da un cristallo trasparente, che esiste ma è invisibile come lo Shan in cui la sua natura si identifica.
Il Tai Shan, in questa constatazione, avanza pertanto il problema esperienziale causato dall'ingerenza della mente nella sfera delle potenzialità dell'Io consapevole, ingerenza che conduce ad una realtà fittizia basata sulla rappresentazione sensoriale e immaginativa. Accade infatti che l'individuo confonda la produzione mentale con la propria identità consapevole e si perda nei valori soggettivi proposti dalla mente, distaccandosi dal senso reale dell'esistenza per vivere secondo parametri a se stanti, dentro a sistemi e sovrastrutture mentali di tipo etnico o ideologico.
Le emozioni divengono il senso dell'esistenza, la materia giunge a rappresentare il limite e l'identità strutturale della stessa, e l'individuo finisce per trovarsi lontano dalla partecipazione effettiva alla realtà.
La mente, nella sua funzione patologica, si rivela un sensibile ostacolo all'evoluzione interiore dell'individuo e può impedire la percezione della reale natura dello Shan e quindi la realizzazione effettiva di benessere e conoscenza.
In questa constatazione, il Tai Shan espone con evidente logica il ragionamento che se lo Shan è fonte di armonia e conoscenza, diventa necessario superare la mente per realizzare l'esperienza dello Shan in forma effettiva e permanente.
Solo superando la dimensione soggettiva della mente l'individuo può entrare in sintonia con la natura dello Shan e vivere il potere creativo che essa consente, sviluppando stati percettivi superiori di coscienza
Una esortazione che la Scuola di Kemò-vad Sole Nero accoglie per farne il punto centrale del proprio lavoro, interpretando la meditazione come un importante e naturale laboratorio di esperienza del trascendente.
La meditazione si presenta infatti come una esperienza individuale che si basa su un archetipo evolutivo presente in natura che può portare a realizzare il silenzio interiore per un contatto con la natura immateriale dello Shan. E in tal modo poter attuare una sintonia esperienziale con il Mistero mistico che dà senso all'esistenza dell'individuo e dell'universo.
Una esperienza che porta l'individuo a ottenere progressivi livelli di conoscenza e a partecipare consapevolmente alla logica dell'armonia propria dello Shan, risvegliando l'Io consapevole alla sua completezza spirituale e al suo potere creativo.
L'antico druidismo auspicava in questo modo, attraverso l'esperienza della meditazione, di poter divenire "vento nel vento", trasparenti come l'invisibilità del vento, simbolo dello Shan, in sintonia con la sua forza creativa. Intangibili come la sua natura.
Per questo motivo gli antichi druidi davano alla meditazione l'identico nome con cui identificavano la Natura nel suo aspetto totalizzante e mistico. Ovvero, praticare lo Shan per risvegliarsi allo Shan.
La Kemò-vad rappresenta pertanto la dimensione in cui poter entrare in sintonia con la natura immateriale dello Shan.
Una dimensione di vita vissuta nell'armonia della Natura che permette di ottenere un benessere psicofisico, ma soprattutto di sviluppare un potere spirituale di immensa portata creativa, utile e necessario per aiutare se stessi e gli altri in un grande atto di amore.
Attraverso l'esperienza della Kemò-vad si mantiene la sintonia con il Mistero, immanente a tutta l'esistenza, attraverso l'esperienza di una Visione interiore permanente con cui partecipare alla natura dello Shan.
Si può vivere così un'esperienza di amore e di felicità nella partecipazione al "Mondo di Gwenved" degli antichi druidi che esiste al di là del mondo della mente.




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